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ART

le opere

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I mercanti che avevano rubato l’asino chiedono perdono al santo 

Maestro dei Gesuati

DATA: 1450-1459

TECNICA: Tempera su tavola

DIMENSIONI: 41 x 30 cm

LUOGO: Pinacoteca di Brera 

L’opera dal titolo I mercanti che avevano rubato l’asino chiedono perdono al santo è forse la terza tavola realizzata da un anonimo identificato come Maestro dei Gesuati; le quattro tavole facevano probabilmente parte di un altare portatile, cui centro vi era presumibilmente quella che ritraeva San Girolamo in preghiera nel deserto. Gli episodi si riferiscono alla vita di San Girolamo così come narrata dalla Legenda Aurea di Jacopo da Varazze.

Dall’opera si può vedere San Girolamo, rappresentato in piedi, in atto di benedire i mercanti che, inginocchiati innanzi a lui, invocano il suo perdono per avergli rubato l’asino. 

A destra di San Girolamo si trova il leone, animale che, salvato dal Santo, secondo l’iconografia cristiana lo segue nelle rappresentazioni. A sinistra, invece, si sviluppa un ricco giardino, ordinato e popolato da cespugli fioriti e da animali; in alto domina il cielo scuro.

Lo stile con il quale il Maestro dei Gesuati ha realizzato il dipinto fa emergere una tecnica essenziale e rigida, che non tenta di rappresentare la realtà ma la storia in modo sintetico. Le forme sono semplificate, ma emerge un’attenzione verso i particolari di elementi posti in secondo piano, come ad esempio il giardino, nonché la cura nei confronti della rappresentazione prospettica del portico che, anche se posto in secondo piano, cattura l’occhio dell’osservatore e pone il suo sguardo in profondità fino all’orizzonte.

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Giustizia paradossale 

Valentina Armaleo

DATA: 2024

TECNICA: AI-generation with DreamStudio

DIMENSIONI: 30 x 30 cm

LUOGO: sito web

PROMPT: Three merchants laughing and running out from the church with a donkey on the shoulders. The church is Saint Jerome. There is a lion on the cross. Satirical comics style.

Giustizia paradossale capovolge il tema originario del quadro: si compone di pochi personaggi di cui sono curati i particolari, che fanno emergere il loro significato più intrinseco, ossia i mercanti che scappano da San Girolamo (in questo caso rappresentato dalla Chiesa) ridendo e facendosi beffe di lui, portandosi via l'asino e la merce; e il  leone, che è metafora dell'ingiustizia.

Si tratta di un'allegoria del presente, che sfrutta lo stile della satira per esprimersi.

comunicato stampa

La Pinacoteca di Brera è fiera di annunciare un nuovo progetto in collaborazione con alcuni studenti del Politecnico di Milano interessati all’arte e alle varie modalità con cui essa si esprime. Tale progetto consiste nella realizzazione di una mostra composta da differenti reinterpretazioni di opere del passato, in chiave moderna e con l’utilizzo dell’Intelligenza Artificiale.

Nel mio caso, ad esempio, l’opera in questione era I mercanti che avevano rubato l’asino chiedono perdono al santo, del Maestro dei Gesuati, e il tema originale viene nell’opera moderna ribaltato per indurre l’osservatore al pensiero laterale, al ragionamento sulle cose che si celano sotto l’apparenza. L'intelligenza artificiale, difatti, mi ha consentito di rappresentare un tema che non è subito evidente nell'originale, ossia quello che vede come protagonista non il perdono bensì l'ipocrisia e l'avarizia.

I personaggi principali diventano i mercanti: proprio quei personaggi che nell'originale sono andati in ginocchio a porgere le loro scuse al santo pur di riavere indietro la loro merce, portatagli via dal leone, sono qui i vincitori che non hanno bisogno di fingere di essere pentiti, perché questa giustizia paradossale vuole che i cattivi vincano sui buoni, e che gli innocenti siano incolpati ingiustamente.

L'ambientazione si rifà all'originale, ma questa volta la chiesa non è un mero edificio, piuttosto la trasmutazione della figura di San Girolamo, che rappresenta la religione.

Lo stile scelto è quello che per me più interpreta ed esprime provocazioni su alcune realtà dell'oggi, ossia il fumetto satirico. Volti grotteschi e deformi di uomini a cui importa solo del denaro e sarebbero disposti a tutto, contro il volto stanco di un leone condannato ingiustamente, e di un asinello costretto a condurre una vita di sfruttamento. 

Potrebbe considerarsi un rovescio della medaglia, oppure un quinto episodio tra quelli narrati da Jacopo da Varazze, che però questa volta non prevede un lieto fine. 

L'opera riflette quella che è la giustizia paradossale del mondo di oggi, che si prende gioco della bontà altrui e si fa beffe della società.

Due periodi storici, due interpretazioni.

L'arte da un'altra prospettiva.

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